Storia Eruttiva del Vesuvio


Il Vesuvio è un vulcano situato in Italia, sul versante sud-orientale della città di Napoli. Il nome Vesuvio è presumibilmente di origine indo-europea. Esistono altre ipotesi risalenti all'antichità: dal semidio Ercole da cui sarebbe derivato il latino Vesuvius attraverso varie leggende. Invece secondo tradizioni popolari la parola deriva dalla locuzione latina "vae suis" (guai ai suoi). Esso sorge all'interno di una caldera che è la parte restante di un precedente edificio vulcanico, l'attuale Monte Somma. Il Vesuvio è stato il primo vulcano ad essere studiato per volere di Ferdinando II delle due Sicilie.

CHE TIPO DI ERUZIONE PRESENTA?
Il Vesuvio è caratterizzato da un’ eruzione esplosiva, ovvero dai gas che si accumulano sotto grandi pressioni. Il gas interagisce con l’acqua del suolo finché la pressione diventa tale da esplodere molto violentemente, tanto che le rocce, la polvere e il materiale piroclastico possono essere lanciati a 20 km nella atmosfera; successivamente questa nuvola collassa creando una cascata di materiale vulcanico bollente

ERUZIONI SIGNIFICATIVE PER LA CITTA’ DI TORRE DEL GRECO

 1631
L’eruzione del 1631 fece più di 4000 vittime ed è stato l’evento più violento e distruttivo della storia del Vesuvio. Durante la notte tra il 16 e 17 dicembre si susseguirono discrete esplosioni accompagnate dalla caduta di cenere e flussi piroclastici che raggiungerà il mare presso Torre del Greco e Torre Annunziata l’eruzione durò solo 48 ore e le fasi esplosive determinarono la distruzione del cono del Vesuvio che si abbassò oltre 450 metri

1794
L’eruzione del 1794 fu una della più devastanti eruzioni per la città di Torre del Greco. Verso la base occidentale del cono si aprì una bocca che emetteva fuoco, nelle vicinanze seguivano altre bocche che lanciavano in alto pietre roventi, materiali vulcanici, mentre la lava scendeva fluidissima ai fianchi del vulcano. La Basilica di Santa Croce fu completamente rasa al suolo, eccetto per il campanile. Il parroco Beato Vincenzo Romano prese l’iniziativa, insieme a tutti i fedeli torresi, di ricostruire la chiesa: da qui nasce il motto post fata resurgo.

1861
Sulla vecchia formazione del monte Somma, si aprì una fenditura, che si estendeva fino al mare liberando anidride carbonica e altri gas e causando la morte dei pesci. Palmieri osservò che dalle bocche aperte e per due giorni uscirono con impeto fumo, proiettili, cenere e folgori. Il sollevamento del fondo marino aveva determinato il crollo di quasi tutte le case della città, mentre il sismografo dell'Osservatorio non aveva rivelato scosse sensibili. La città appariva distrutta. Secondo la tradizione popolare l’eruzione fu fermata portando in processione la statua della Madonna Immacolata. I torresi, per grazia ricevuta, a partire dall’ 8 dicembre 1862, portano in processione il carro trionfale dell'Immacolata.

1994
L'ultima eruzione del Vesuvio risale al 1944, nel corso della seconda guerra mondiale. Il fenomeno eruttivo inizia il 12 agosto 1943, con la fuoriuscita della lava si aprì una nuova bocca che comportò più esplosioni. In seguito un'altra frattura, determina di nuovo un aumento del flusso di lava. La fuoriuscita lavica continua fino al 26 gennaio, mentre il 23 febbraio l'attività effusiva cessa del tutto. L'eruzione vera e propria, l'ultima avvenuta fino ad oggi, inizia proprio nel pomeriggio del 18 marzo 1944. L'attività iniziò anche questa volta con forti colate laviche che giunsero fino a Cercola, Massa di Somma e San Sebastiano.
Il 22 marzo mutò lo stile eruttivo del Vesuvio. Raggiunta la nube eruttiva un'altezza di 5 km, ai lati del cono si verificarono valanghe di detriti caldi e piccoli flussi piroclastici. L'intera giornata fu accompagnata da un'intensa attività sismica fino al mattino del 23, nel quale l'attività eruttiva si ridusse alla sola emissione di cenere.
Il 24 marzo andò scemando l'attività eruttiva con le esplosioni che si ridussero fino a scomparire il giorno 29.
I paesi più danneggiati dai depositi piroclastici furono Terzigno, Pompei, Scafati, Angri, Nocera, Pagani, Poggiomarino e Cava; mentre gli abitanti di San Sebastiano al Vesuvio, Massa di Somma e Cercola, furono costretti all'evacuazione; presso Torre del Greco non ci furono gravi danni. La città di Napoli, invece, fu favorita dalla direzione dei venti che allontanarono dalla città la nuvola di cenere e lapilli.

L'eruzione del 1944 è l'ultima del Vesuvio e segna la transizione del vulcano da stato di attività a stato di quiescenza (riposo).

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